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Corso Vittorio Emanuele II, 39 - Roma 0669207671

Attività di Ricerca - Facoltà di Psicologia

Descrizione linee di ricerca

La ricerca della Facoltà di Psicologia è fortemente orientata verso una ricerca all'avanguardia, che si focalizza sulla psicologia applicata alle tecnologie emergenti e all'intelligenza artificiale e sullo sviluppo delle conoscenze nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia clinica.

La Facoltà si pone l’obiettivo di condurre ricerche su tecnologie emergenti che plasmeranno il futuro e che gli individui e i gruppi dovranno imparare a gestire e utilizzare in modo responsabile e attivo. Le principali linee di ricerca si concentrano su campi innovativi come la cyberpsicologia, l'intelligenza artificiale, la psicologia clinica e la psicologia applicata alle tecnologie per lo sviluppo di modelli predittivi e applicazioni pratiche che migliorino la qualità di vita degli individui, la convivenza sociale e la sostenibilità in vari ambito di funzionamento individuale e sociale. La ricerca è caratterizzata da un approccio interdisciplinare, incorporando conoscenze provenienti da psicologia, neuroscienze, informatica, e scienze applicate alla psicologia sociale e clinica.

In particolare la ricerca della Facoltà di Psicologia si concentra sulla progettazione di modelli di valutazione e d'intervento che vedano le tecnologie e i sistemi di intelligenza artificiale a supporto dei processi decisionali per  l'ottimizzazione delle risorse individuali e sociali. La visione è di contribuire al progresso scientifico in quest'area, sviluppando soluzioni che abbiano un impatto reale sulla promozione della salute mentale, sui processi di inclusione sociale e a favore della e sostenibilità in ambito sociale, organizzativo ed educativo.

Un approccio particolarmente utilizzato e che costituisce un elemento di forza dell’area neuroscienze della Facoltà di Psicologia è la modellazione e simulazione di Sistemi di reti neurali, fornendo una metodologia scientifica per analizzare, comprendere e ottimizzare le dinamiche dei processi psicologici. In questo ambito utilizziamo e sviluppiamo approcci avanzati per simulare scenari complessi, per testare ipotesi e prevedere risultati, contribuendo così a fornire possibili soluzioni concrete a domande di ricerca e di intervento .

S.S.D M-PED/04, M-PED/03, M-PSI/01, M-PSI/05

Prof. Maria Amata Garito
dott. Michalakis Pilavakis - ricercatore

Lo studio e la ricerca sui recenti sviluppi nel campo sulle Comunità di apprendimento virtuali e gli strumenti del Web 2.0 consiste nell’indagine sulle dinamiche emergenti relative alla comunità di apprendimento costituita dagli studenti della Facoltà di Psicologia e analisi delle tecnologie utilizzate per la collaborazione e la condivisione della conoscenza. Indagine sugli stili di apprendimento e l’impatto delle nuove tecnologie web. Di particolare interesse gli strumenti del Web 2.0, es. WIKIs, Twitter microblogging, FlickR photo, LinkedIn discussions, Video sharing, DELICIOUS social bookmarking, Social Tagging, RSS.

Altro nucleo di interesse è rappresentato da innovazioni tecnologiche come contenuti multimediali scalabili secondo le caratteristiche dei diversi dispostivi di fruizione, la diffusione di servizi geo-referenziati, l’adozione di devices mobili e la diffusione di social tagging. La ricerca in questo dominio costituisce un presupposto fondamentale per facilitare lo studio della natura distribuita, de-centralizzata e costruttiva dei processi di apprendimento e di acquisizione della conoscenza.

La ricerca in questo ambito è strettamente legata a domande di ricerca quali: qual è l'impatto delle tecnologie emergenti sul web e dei Social Media sui processi di apprendimento personalizzati e sui processi di acquisizione di conoscenze? Lo studio dei processi di costruzione collettiva dei significati e di riconoscimento dei pattern nella acquisizione di conoscenze costituisce uno degli elementi più importanti per l’innovazione dei modelli psicopedagogici per l’apprendimento a distanza di Uninettuno.

Un ulteriore ambito di ricerca riguarda la Media Education, ovvero le modalità didattiche di educazione ai media sia in ambienti formali che informali. La Media Education studia sia le metodologie attraverso le quali i media sono oggetto di educazione sia le politiche di sviluppo generali dei media nell’educazione con particolare riguardo alla cittadinanza, il dialogo interculturale, la tutela dell’infanzia, il digital storytelling, le tecnologie educative.

S.S.D M-PSI/06 M-PSI/07, M-PSI/08

Prof. Ammaniti  Massimo
Prof. Luca Cerniglia

È svolta una attività di ricerca-intervento in molti ambiti della psicopatologia dello sviluppo in ambito infantile, come ad esempio nell’area dei Disturbi alimentari infantili e altri quadri clinici. Le disarmonie dello sviluppo e il funzionamento emotivo-adattivo dei bambini è considerato e studiato in associazione con il rischio psicopatologico genitoriale nell’ottica dell’intersoggettività e dell’attaccamento. In particolare, l’attenzione è volta alla depressione materna come fattore di rischio nella costruzione di un legame adattivo fra madre e bambino in associazione a quadri sintomatologici paterni come l’ansia o l’ostilità. È in atto la sperimentazione di protocolli di ricerca-intervento basati su metodologie di raccolta dati e colloqui clinici operati su piattaforme online e grazie a videoconferenza coerentemente con le indicazioni della World Health Organization (WHO) che ha suggerito di implementare e realizzare procedure “E-Health” e “M-Health”. Queste linee di ricerca sono approfondite in collaborazione con istituzioni e servizi nazionali e internazionali come ad esempio Ospedali pediatrici romani, il centro sulla nutrizione diretto dalla prof.ssa Chatoor presso l'università di Washington (Usa) e l’università di Reading-Oxford (Regno Unito) ove opera la prof.ssa Murray.

La ricerca sul Trauma è svolta in collaborazione con la Caritas italiana, che permette l’approfondimento delle tematiche legate al PTSD come quadro clinico sviluppato a seguito di eventi potenzialmente traumatici come ad esempio la migrazione forzata di minori o adulti.

L’area del rischio in adolescenza è trattata nell’ambito di un osservatorio sui giovani in collaborazione con un ospedale traumatologico romano e il gruppo di lavoro comprende la prof.ssa Carbone.
Queste ricerche hanno prodotto negli anni numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali peer-reviewed e dotate di impact-factor, nonché inserite nel data base Scopus.
E' svolta inoltre una ricerca basata sulla raccolta dati in modalità face-to-face e online sui fattori di rischio e protezione dal rischio psicopatologico in età adulta e i suoi correlati con il rendimento accademico. Per questa area sono in preparazione pubblicazioni internazionali.

È inoltre attivo un Servizio di Supporto Psicologico in presenza e a distanza che prevede anche la raccolta dati sul rischio psicopatologico. Il Centro di Supporto e Servizio Psicologico avrà l'obiettivo di raccogliere dati di ricerca e implementare strategie di intervento anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie (raccolta dati online e attraverso la creazione di apposite procedure e piattaforme informatizzate da integrare nel portale Uninettuno). Potrà anche offrire sostegno a coloro che si trovino ad affrontare situazioni di disagio emotivo legate a difficoltà personali e/o relazionali o/e eventi di vita stressanti e traumatiche che potrebbero compromettere non solo la loro qualità di vita individuale e familiare ma anche il percorso di studi. Anche in questo caso il fine del Centro è sperimentare e verificare l’efficacia di procedure “in remoto” che permettano il contatto a distanza fra consulenti e utenti. Il Centro di Counselling e Servizio Psicologico, si rivolgerà sia agli studenti della Facoltà di Psicologia, che agli studenti di altre Facoltà ma anche ad utenti esterni che lo richiedano anche sulla base di convenzioni con strutture sanitarie e di ricerca.

Centro dipendenze da internet

Uninettuno propone di attivare una linea di ricerca tesa ad estendere le sue competenze all’uso della rete che inizia ormai fin dai primi anni di vita ed è divenuto un fenomeno sociale diffuso. Se da una parte internet favorisce l’avanzamento della ricerca, della conoscenza e della socializzazione del sapere, allo stesso tempo esistono dei rischi che possono riguardare gli utenti che ne fanno uso. Per questo motivo Uninettuno intende costituire un Centro che aiuti a navigare sicuri svolgendo un lavoro di prevenzione attraverso l’informazione e la sensibilizzazione al livello sociale, scolastico e delle famiglie operata da psicologi (e ingegneri per la parte che riguarda l’alfabetizzazione informatica) in modo da aiutare a fare un uso consapevole e selettivo delle opportunità offerte dalla rete. Allo stesso tempo, poiché si verificano rischi consistenti nell’uso della rete, il Centro si occuperà specificamente di individuare e sostenere le persone che hanno sperimentato problemi o difficoltà nell’uso della rete. Ad esempio, ci si può trovare di fronte ai giochi e scommesse in rete con gravi conseguenze, all’uso e la diffusione di materiale pornografico o sessuale (sia utilizzato ai fini commerciali che ricattatòri) sia alle varie forme di abuso e di stalking fino a forme di dipendenza da internet che possono interferire con la vita quotidiana delle persone e con i ritmi sonno-veglia. Questi quadri riguardano le varie fasce di età ma sono più problematici in adolescenza quando l’uso della rete può diventare particolarmente coinvolgente. A tale scopo un’equipe di psicologi coordinati dal prof, Ammaniti accoglierà le richieste di genitori, insegnanti e/o direttamente persone interessate che siano rimaste coinvolte in queste situazioni. Le richieste potranno giungere attraverso un contatto telefonico, diretto, o grazie al sito del Centro e verranno effettuate delle consultazioni in modo da aiutare a superare queste difficoltà e fare uso più razionale della rete.

S.S.D ICAR/13

Dott. Alessandro Pollini

Sustainable Interaction Design
Ricerca sperimentale nel campo della progettazione di artefatti, sistemi, e servizi per l’educazione alla sostenibilità (Sustainability-through-design), e nella progettazione sostenibile di sistemi interattivi (Sustainability-by-design). In particolare in questo ambito la ricerca ha come focus lo studio e la progettazione delle interazioni con scopo educativo per la sostenibilità, la progettazione e la sperimentazione di scenari innovativi entro il paradigma del Computing within Limits.

Questa linea considera esperimenti con artefatti dotati di limitata capacità computazionale e scenari segnati da limitate possibilità di supporto infrastrutturale, tecnologico, ma anche legato a limiti nei fattori umani (es. competenze) e nelle organizzazioni (es. procedure, spazi e tempo).

Human-Machine Interaction Design
Ricerca sperimentale applicata all’ambito industriale finalizzata all’analisi, la progettazione e la sperimentazione di interfacce uomo-macchina in grado di supportare le mutate caratteristiche degli scenari dell’Industria 4.0 e 5.0. In particolare la ricerca si concentra sulla progettazione delle interazioni con:

  1. Intelligent Machines: in che modo operatori macchina, manutentori, tecnologi percepiscono, comprendono e utilizzano macchine dotate di funzioni avanzate e intelligenti nel processo di produzione. Il tema considera aspetti di fattore umano quali, processi attentivi, decisionali, di supervisione, pianificazione, controllo e inspection,
  2. Adaptive Interfaces: per quali scopi, in quali scenari e con quali caratteristiche di adattività le interfacce utente possono variare il loro stile di rappresentazione delle informazioni e dei dati. La ricerca considera fattori quali la fiducia, la conoscenza e la consapevolezza, la disponibilità degli utenti quali variabili per l’adattamento delle interfacce.

Participatory Design, Co-Design e Intersectionality
la ricerca si focalizza sull’applicazione, la verifica e l’innovazione delle metodologie di design partecipativo. In particolare la ricerca studia criticamente le pratiche di progettazione partecipata discutendo dimensioni quali:

  1. empowerment,
  2. inclusione,
  3. intersezionalità,
  4. giustizia.

Lo scopo è quello di condurre una ricerca sulla metodologia di progettazione che possa guidare il coinvolgimento e la partecipazione attiva, contributiva e etica, di soggetti vulnerabili tipicamente ai margini della vita sociale produttiva delle comunità.

S.S.D M-PSI/01

Prof. Marinella Paciello

La ricerca si focalizza sui processi socio-cognitivi che contribuiscono a spiegare comportamenti adattivi e disadattivi in diverse aree del funzionamento umano e nelle diverse fasi di sviluppo. In particolare, sono stati esaminati gli ambienti di interazioni online (discriminazione online),  contesti lavorativi (comportamenti controproduttivi) e quelli formativi (es. frodi accademiche). Sono stati condotti studi approfonditi volti ad indagare il ruolo dei meccanismi di disimpegno morale nel favorire comportamenti trasgressivi e antisociali, oltre al ruolo specifico delle convinzioni di autoefficacia autoregolative nel promuovere comportamenti prosociali e sostenere l’adattamento psicologico e sociale.

La ricerca nel settore della psicologia generale coinvolge diverse collaborazioni interdisciplinari e internazionali, sia nell'ambito di Progetti europei finanziati che in ricerche nazionali che hanno l'obiettivo di incrementare le conoscenze e competenze utili a contrastare lo sviluppo di  motivazioni e processi psicologici associati a comportamenti non etici considerando la specificità delle situazioni e delle fasi evolutive, nonché a promuovere lo sviluppo di motivazioni e cognizioni favorevoli a condotte civiche, etiche e più in generale all’adattamento psicosociale.

S.S.D M-PSI/02, MED/26

Prof. Diego Centonze
Dott.ssa Luana Gilio

La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria cronica, demielinizzante e neurodegenerativa del sistema nervoso centrale. Circa il 34-65% dei pazienti con sclerosi multipla presenta deterioramento cognitivo, rendendolo un sintomo importante sia nelle fasi iniziali che in quelle successive della malattia. Il deterioramento cognitivo può essere osservato indipendentemente dalla durata della malattia ed è stato solo moderatamente correlato all'età e allo stato di disabilità fisica dei pazienti affetti da sclerosi multipla. I domini cognitivi più comunemente colpiti sono la velocità di elaborazione delle informazioni, l'apprendimento e la memoria visiva e le funzioni esecutive. 

I biomarcatori molecolari sono solitamente costituiti da RNA, DNA, proteine o vitamine. I biomarcatori che vengono spesso utilizzati per monitorare diversi sintomi clinici della SM sono le proteine, in particolare gli anticorpi, con campioni solitamente prelevati dal liquor o dal siero/plasma. Tuttavia, la ricerca disponibile sulla sclerosi multipla che indaga le associazioni con il funzionamento neuropsicologico e i biomarcatori molecolari è limitata e non ha conclusioni definitive. La presente linea di ricerca mira a indagare il ruolo dei marcatori biologici nelle prestazioni cognitive e nel quadro emotivo-comportamentale.

I marcatori biologici valutati nell'analisi genica e in diverse matrici (come sangue, plasma, siero e liquido cerebrospinale) potrebbero facilitare la diagnosi precoce dei deficit cognitivi ed emotivo comportamentali nella sclerosi multipla e la gestione del deterioramento cognitivo durante il decorso della malattia.

Le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva, tra cui la stimolazione magnetica transcranica
(TMS), la stimolazione transcranica con campo magnetico statico (tSMS), e la stimolazione elettrica transcranica diretta (tDCS), hanno dimostrato delle potenzialità nel trattamento di alcuni disordini neurologici come dolore cronico, malattia di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica,, neglect, afasia, deficit motori, epilessia, disfagia, nonché funzioni cognitive quali la memoria.
Tali tecniche sono in grado di indurre modificazioni della plasticità corticale che possono perdurare oltre la fine del periodo di stimolazione, favorendo un crescente interesse nell’applicazione di queste tecniche in ambito neuroriabilitativo. L’ipotesi di lavoro alla base della presente linea di ricerca è che l’utilizzo terapeutico della stimolazione transcranica - elettrica o magnetica - possa favorire il recupero di diverse sintomatologie conseguenti a danno cerebrale.

I disturbi neurologici funzionali si riferiscono ad un parossistico funzionamento del sistema nervoso centrale. Tali disturbi causano disabilità a lungo termine, una riduzione della qualità della vita e hanno un impatto importante sui sistemi di assistenza sanitaria e sociale nazionali.

Un terzo dei pazienti che afferiscono agli ambulatori di Neurologia generale presentano sintomi scarsamente spiegati da malattie organiche identificabili. Questi pazienti restano in attesa della diagnosi per almeno otto mesi dalla prima valutazione.

La presente linea di ricerca mira a valutare l’efficacia del trattamento psicologico e fisioterapico integrato, e mediante l’impiego di tecniche di stimolazione cerebrale non-invasiva centrato sul paziente mediante analisi delle abilità cognitive, dell’aspetto comportamentale, psicopatologico, neurologico, fisiatrico e psichiatrico. L’approccio meccanicistico integrato, attraverso la valutazione delle alterazioni nei sistemi neurobiologico e psicologico, avrà il fine di individuare precocemente i sintomi, fornendo il punto di partenza per interventi più mirati. Inoltre, l’obiettivo della presente linea mira alla generalizzabilità degli outcome come predittori degli esiti mediante l’analisi dei fattori che costituiranno il target diretto per ogni trattamento efficace futuro, al fine di migliorare l’andamento clinico del disturbo e abbattere i costi della Sanità pubblica, attraverso la creazione di evidenze specifiche per questa patologia che riduca il distress del paziente.

S.S.D M-PSI/03

Dott.ssa Ileana Di Pomponio

Uno degli orientamenti più rilevanti nella psicologia dell’ultimo decennio è costituito indubbiamente dal crescente sviluppo ed utilizzo di strumenti impliciti di misura (Greenwald e Banaji, 1995). Questo fenomeno nasce dall’esigenza fondamentale, che caratterizza una parte significativa della ricerca sociale, di far fronte a due problemi che spesso si presentano nell’uso delle tradizionali tecniche d’indagine, basate prevalentemente sulle interviste e sui questionari. In primo luogo, studiando tematiche «sensibili», si pone la questione della desiderabilità delle risposte e delle conseguenti distorsioni in ciò che le persone affermano esplicitamente; in secondo luogo, esistono limiti nella capacità introspettiva del rispondente, i quali fanno sì che anche il rispondente ben intenzionato a collaborare con il ricercatore spesso non riesca a fornire un resoconto dettagliato e veritiero dei contenuti cognitivi d’interesse. Le aree di ricerca hanno riguardato lo studio e lo sviluppo di nuovi strumenti di misurazione implicita (es. autostima implicita, assunzione di rischio, empatia).

Numerosi studi hanno dimostrato che l’utilizzo eccessivo di smartphone, gaming, internet e social network provoca effetti sullo sviluppo cerebrale, dipendenze e comportamenti a rischio, (Turkle, 2015; Twenge, 2017;  Carr, 2020.) Questa area di ricerca concerne l'individuazione di predittori e moderatori di fattori di rischio (es. cyberbullismo, dipendenze dalle tecnologie, impoverimento cognitivo), in relazione anche all'utilizzo del metaverso. La ricerca mira inoltre a realizzare progetti di intervento, di prevenzione e di educazione alle competenze degli utilizzatori delle tecnologie, anche nel mondo accademico.

S.S.D M-PED/03

Dott. Luciano DI Mele

La ricerca in Media Education studia l'impatto delle nuove tecnologie sulla formazione mediatica, focalizzandosi sull'integrazione di strumenti digitali, l'analisi critica dei media e lo sviluppo di competenze di alfabetizzazione mediatica per affrontare sfide contemporanee come disinformazione, fake news, dipendenza da internet e influenze digitali.
In particolare la ricerca tratta la formazione degli insegnanti alle tecnologie digitali nella didattica, lo sviluppo di programmi formativi innovativi, metodi efficaci per integrare strumenti digitali nelle lezioni, promuovendo la competenza digitale degli insegnanti. L'obiettivo è preparare insegnanti a guidare gli studenti nell'uso critico e creativo delle risorse digitali, favorire l'engagement e migliorare l'efficacia dell'insegnamento nell'era digitale.

Un'altra linea di ricerca è sulla Teoria della Complessità applicata all'educazione. Essa si concentra sull'esplorare dinamiche interconnesse e emergenti nel contesto educativo, considerando l'apprendimento come un sistema complesso. Indaga le interazioni tra studenti, insegnanti e ambiente di apprendimento, analizzando modelli non lineari, auto-organizzazione e adattabilità. Scopo principale è comprendere come approcci pedagogici complessi possano migliorare l'efficacia dell'insegnamento, promuovendo una visione olistica dell'educazione.

S.S.D MED 26

Prof. Andrea Romigi

La restrizione di sonno e la sonnolenza diurna sono comuni nelle persone con epilessia. I disturbi del sonno possono compromettere il controllo delle crisi epilettiche e, a loro volta, i problemi del sonno e della vigilanza possono essere esacerbati dalle convulsioni e dai trattamenti antiepilettici. Tuttavia, questi aspetti sono spesso trascurati nella pratica clinica e manca un chiaro accordo sulle linee guida basate sull’evidenza per la gestione dei comuni disturbi del sonno nelle persone con epilessia. Recentemente sono state presentate raccomandazioni per standardizzare il percorso diagnostico per la valutazione dei pazienti con epilessie legate al sonno e disturbi del sonno in comorbilità. La presente linea di ricerca mira a valutare il ruolo delle analisi di microstruttura del sonno NREM (pattern alternante ciclico) nella modulazione della risposta ai farmaci anticrisi epilettica e alla terapia neurochirurgica.

Le ipersonnia di tipo centrale e la narcolessia sono malattie che si manifestano con un'eccessiva sonnolenza diurna (EDS) non causata da disturbi del sonno notturno o da ritmi circadiani disallineati. Le ipersonnie centrali comprendono la narcolessia con e senza cataplessia, l'ipersonnia ricorrente, l'ipersonnia idiopatica, con e senza un lungo periodo di sonno, la sindrome del sonno insufficiente indotta dal comportamento, l'ipersonnia e la narcolessia dovute a condizioni mediche e infine l'ipersonnia indotta dall'assunzione di sostanze. La Epworth Sleepiness Scale è uno strumento soggettivo utilizzato principalmente per la valutazione dell'EDS, mentre il Multiple Sleep Latency Test funge da metodo diagnostico oggettivo per la narcolessia e le ipersonnie idiopatiche. La suddetta linea di ricerca pone l’attenzione sull’analisi dei segnali elettrofisiologici, in particolar modo del tono muscolare, per valutarne le correlazioni con l'entità della sonnolenza diurna e il deficit orexinergico sia nelle polisonnografie notturne che nei test di vigilanza diurna.