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Attività di Ricerca - Facoltà di Beni Culturali
Linee di Ricerca

S.S.D. ARTE-01/B, già L-ART/02 STORIA DELL’ARTE MODERNA

Prof.ssa Laura Bartoni – Professore Associato

Temi di Collezionismo nella Roma del XVII secolo
Le ricerche sul mecenatismo del cardinale Ludovico Ludovisi e la collezione Ludovisi nella Roma del Seicento si sono sviluppate molte anni fa a partire dal Progetto PRIN 2009 (finanziato 2011- 2013) dal titolo “Collezionisti e collezioni a Roma e nelle corti italiane: una indagine comparata a partire dai fondatori fino alla dispersione (secc. XV-XVIII)” (coordinatore prof.ssa Squarzina, Sapienza Università di Roma, insieme ad altri cinque Atenei italiani). La ricerca prende in considerazione la figura del cardinale Ludovico Ludovisi con l’obiettivo di indagare ragioni e caratteri della sua passione collezionistica e del suo mecenatismo, nel contesto del pontificato di Gregorio XV Ludovisi (1621-1623) e negli anni successivi, fino alla morte. Si analizzano inoltre le vicende della collezione di dipinti, prendendo in considerazione inediti aspetti quali i criteri di allestimento e la mobilità delle raccolte tra le diverse residenze di famiglia. Le ricerche si sono svolte principalmente presso l’Archivio Segreto Vaticano e la Biblioteca Vaticana, dove è conservato l’Archivio Boncompagni Ludovisi. Recenti ricerche sono in corso presso il privato Archivio Pallavicini per precisare meglio il passaggio di quadri dalla collezione Ludovisi a quella Rospigliosi Pallavicini al tempo dell’acquisto da parte dei Rospigliosi del feudo di Zagarolo. I primi risultati sono pubblicati in un saggio sull’allestimento del casino Ludovisi nella Villa Pinciana, L’allestimento "prezioso" del Casino Ludovisi nella villa a Porta Pinciana, in A. Amendola, a cura di, Lusingare la vista. Il colore e la magnificenza a Roma tra tardo Rinascimento e Barocco, Edizioni Vaticane (2017), nella collana di “Quaderni” curata da Caterina Volpi e Alessandra Rodolfo dal titolo “Dentro il Palazzo: vita, arredo, vestiario, arte nei palazzi barocchi tra tradizione e modernità” (Edizioni Musei Vaticani). Negli anni 2021-2022 ha lavorato ad un saggio sull’allestimento della collezione Ludovisi nella Villa Pinciana, pubblicato nel volume dedicato a Guercino nel Casino Ludovisi (1621-1623), a cura di D. Benati, B. Ghelfi, R. Morselli, numero monografico della Rivista di fascia A “Storia dell’Arte” (1.2022). Ha in preparazione uno studio sul sistema di residenze Ludovisi e sulla mobilità delle collezioni tra palazzi e ville.

Modelli e sistemi decorativi in uso nei palazzi e ville romane nella seconda metà del XVII secolo
La linea di ricerca - connessa con quella relative al collezionismo (A) e con le ricerche svolte in passato sull’ambiente artistico romano nel XVII secolo nelle sue complesse dinamiche e i diversi livelli della produzione (artisti e artigiani) – mira ad approfondire attraverso alcuni casi-studio modelli e sistemi decorativi in uso nei palazzi e ville a Roma del secondo Seicento, tra innovazione e continuità, con particolare attenzione da una parte al gusto dei committenti e dall’altra alla organizzazione del cantiere. Nell’anno 2017 la prof.ssa Bartoni ha ampliato e approfondito l’indagine sul cantiere decorativo della Villa Farnese sul Gianicolo (ora Villa Aurelia), di cui si era occupata in un precedente contributo (Nuovi documenti su Filippo Lauri e la perduta decorazione del Casino Farnese a Porta San Pancrazio in M. G. Aurigemma, a cura di, Dal Razionalismo al Rinascimento: per i quaranta anni di studi di Silvia Danesi Squarzina, Campisano Editore, Roma 2011), e ha lavorato nel 2017 ad un ampio saggio dal titolo Girolamo “ultimo cardinal Farnese” nella Roma del Seicento. La Villa a Porta San Pancrazio e la sua committenza artistica attraverso nuovi documenti, per la rivista “Storia dell’Arte”, voll. 43-45 (Cam Editrice 2016). Il contributo comprende novità documentarie e nuove riflessioni sull’edificio, la sua decorazione e la figura del cardinale Girolamo Farnese. Nell’anno 2023 ha compiuto una indagine comparativa sui cantieri decorativi romani di secondo Seicento, indagandone schemi e modalità , per approfondire la circolazione dei modelli nel quadro del contesto di committenza. I risultati sono stati presentati al convegno internazionale Le arti a Roma nel secondo Seicento, a cura di S. Albl e Elisa Martini (27- 29.11.2023) presso l’Istituto Storico Austriaco di Roma, con un contributo dal titolo Artisti, pittori e decoratori nei cantieri romani della seconda metà del Seicento: modelli, influenze, pratiche di bottega. Gli atti saranno pubblicati in un volume speciale della rivista “Römische Historische Mitteilungen” nel 2024 (cds).

La collezione Colonna a Roma: indagine sulla formazione e gli sviluppi di una raccolta principesca tra XVII e XVIII secolo.
Gli studi sulla collezione di dipinti di Palazzo Colonna a Roma sono iniziati nel 2017 nell’ambito del progetto internazionale «Peint d’après nature». L’art du portrait en Europe entre contreréforme et baroque (1563-1623), concepito e organizzato da Francesco Solinas (Collège de France, Ecole Normale Supérieure de Paris, République des Savoirs). La prof. Bartoni ha in corso uno studio dei ritratti di casa Colonna, i cui primi risultati sono stati presentati alla Giornata di studi che si è tenuta a Parigi, Collège de France, 19-21 mars 2018, con un intervento sul Forme e funzioni del ritratto nelle collezioni romane. Ritratti in casa Colonna tra XVI e XVIII secolo. A partire dall’esame dei ritratti dinastici ancora in collezione, eseguito per il Catalogo dipinti Appartamento Principessa Isabelle curato dal Prof. Mauro Natale (edizioni De Luca, Roma 2019), le ricerche si sono allargate a considerare la funzione del ritratto famigliare nelle raccolte Colonna, nelle sue varie declinazioni - ritratto celebrativo, serie dinastiche, ritratto storico – attraverso l’analisi diretta delle opere e l’indagine sulle fonti e i documenti (inventari di famiglia, libri contabili, carteggi) conservati presso l’archivio di famiglia a Subiaco. Nel corso delle ricerche ha di recente approfondito la lettura di alcuni ritratti Colonna ancora in collezione sotto il profilo dell’analisi dei gioielli, nella loro materialità, in rapporto alla moda del tempo, e come elemento rappresentativo, di status sociale e dinastico, parte di un corredo simbolico cui partecipano altri oggetti, abiti, accessori. I risultati sono stati presentati con una comunicazione dal titolo Ornements précieux et bijoux de la Casa Colonna. Fonctions et représentations al séminaire Ornament précieux et bijou dans l’art et la vie des cours européennes entre Renaissance et Baroque, che si terrà il 25 e 26 gennaio 2024 presso il Collège de France a Parigi, con il sostegno del CNRS, ENS et École des Arts Joailliers avec Van Cleef and Arpels e saranno pubblicati entro il 2024.
La prof. Bartoni è inoltre coinvolta nel gruppo di ricerca per lo studio delle opere delle Collezioni Colonna (Appartamento Pio e Appartamento piano nobile) finalizzato alla catalogazione delle opere in alcuni ambienti privati del palazzo. L’indagine ha portato alla prima schedatura delle opere oggi esposte nell’Appartamento Pio (2020), che saranno oggetto di una prossima pubblicazione. Nell’ambito delle ricerche sulla collezione Colonna ha infine sviluppato un suo tema di studio che si concentra sulla figura di Carlo Colonna e il suo contributo alla raccolta di dipinti. Una lunga fase di ricerca condotta su fonti d’archivio diverse (contabilità presso il Monte di Pietà – Roma Archivio di Stato, carteggi e fonti presso l’archivio di famiglia nel Monastero di S. Scolastica a Subiaco e il fondo Colonna della Biblioteca Vaticana) ha portato ad un primo saggio, focalizzato sugli acquisti di dipinti effettuati da monsignor Colonna sul mercato, con la pubblicazione di inediti documenti di archivio, edito sulla rivista di fascia A “Rivista d’Arte” (n. 11, 2021) dal titolo L’inedito contributo di monsignor Egidio alla collezione Colonna: i dipinti fiamminghi, Rubens e il mercato. Le ricerche sulla figura di Carlo Colonna (poi Monsignor Egidio) e la sua raccolta sono ormai concluse e confluite in un volume, scritto in collaborazione con Patrizia Piergiovanni, direttrice della Galleria Colonna dal titolo “Dalla spada al pastorale”. Carlo Egidio Colonna, collezionista per riscatto personale nella Roma dei Seicento (Campisano Editore 2024) di prossima uscita.
Parallelamente, nel 2022/2023 la prof. Bartoni si è occupata della figura di Anna Colonna Barberini, sorella di Carlo e sposa di Taddeo Barberini, nell’ambito di un panel organizzato da Alessandro Spila (Politecnico di Torino) su Power in the shadows and secret splendors 1. The patronage of Anna Colonna (1601–1658) per la conferenza internazionale organizzata da Renaissance Society of America (30 November -3 December 2022): titolo del paper Anna Colonna Barberini: family strategies and individual choices. Il contributo è stato ora pubblicato in un volume miscellaneo di studi curato da Francesco Solinas e MC Cola (Barberiniana, ed. De Luca, Roma 2024) con il titolo Le nozze di Anna Colonna e Taddeo Barberini.

S.S.D. ARCH-01/G, già L-ANT/10 METODOLOGIA E TECNICA DELLA RICERCA ARCHEOLOGICA

Prof. Emanuele Brienza – Professore Associato

Analisi delle murature imperiali del complesso delle Terme di Eliogabalo (Palatino, Roma) tramite nuovi strumenti digitali di schedatura e rilievo fotogrammetrico
Il progetto, svoltosi dal 2019 al 2022, ha previsto l’uso di metodologie innovative per gestire la fase che va dallo scavo stratigrafico (effettuato sul Palatino nord-orientale negli anni 2001-2017) all’interpretazione e divulgazione della storia del sito nella sua lunga durata.
Gli obiettivi della ricerca, realizzata in collaborazione con L’Università Sapienza di Roma e l’Istituto delle Scienze per i Patrimonio Culturale (C.N.R.) erano essenzialmente lo sviluppo di differenti metodologie inerenti le discipline della schedatura, del disegno, del rilievo e della rappresentazione nei Beni Culturali, realizzate mediante l’uso di tecnologie avanzate complementari; con un nuovo approccio si è cercato di generare nuova luce e nuove conoscenze riguardo le evidenze archeologiche palatine, per definirne in maniera più puntuale eventi e vicissitudini. Ci si è anche rivolti alla divulgazione dei risultati della ricerca, inserendoli nel nuovo sistema topografico del Parco del Colosseo e pubblicando gli esiti della ricerca, in formato dettagliato e/o riassuntivo, su un web-GIS sviluppato tramite prodotti open-source. I risultati sono stati presentati progressivamente in vari convegni internazionali e pubblicati in contributi su riviste scientifiche (C. Panella, E. Brienza, L. Fornaciari, Rome, Colosseum square and NE slopes of the Palatine hill: toward an integrated 3D system for stratigraphic data management and ancient urban landscape reconstruction, in GROMA documenting archaeology 5-2020; E. Brienza, L. Fornaciari, Rome: NE slopes of the Palatine hill. Archaeology of architecture and ancient masonries deep analysis, in Archeologia e Calcolatori 32.2, 2021; E. Brienza, G. Caratelli, C. Giorgi, L. Fornaciari, Rome-NE Palatine slopes: open-source methodologies and tools for the analysis of ancient architecture, in ArcheoFoss 14 2020 E. Brienza, L. Fornaciari, The masonry of the Bagni di Eliogabalo at the Palatine hill (Rome). Survey, analysis and quantification of a roman empire architecture, in Acta IMEKO 11-1, 2022). Verrà presto pubblicata una monografia, dedicata alla ricerca, scritta in collaborazione con il Dr. L. Fornaciari, di cui sono stato co-tutor durante il suo ultimo anno di Dottorato presso l’Università di Salerno.

Indagini archeologiche presso l’antico abitato siculo-greco di Monte Rossomanno (Enna, Sicilia)
L’area archeologica di Rossomanno è situata nel territorio del Comune di Enna: qui si conservano importanti testimonianze archeologiche (un centro urbano indigeno-ellenistico con necropoli ed opere di difesa ed un insediamento fortificato di età alto-medievale) che, negli anni passati, sono state indagate solo parzialmente.
La Soprintendenza per i BB.CC.AA di Enna, al fine di incrementare le azioni volte alla piena conoscenza e valorizzazione dell’area archeologica di Rossomanno, ha intrapreso nuove indagini archeologiche, finalizzate alla documentazione, studio e comprensione del contesto archeologico del sito, istituendo una convenzione di ricerca triennale, stipulata nel gennaio del 2022, con l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e con l’Università degli studi di Enna “Kore”. Le nostre indagini preliminari hanno messo in evidenza un centro abitato di età classica (con tracce di frequentazione già dall’età del Bronzo) che si è progressivamente insediato su tre alture contigue e nella valle da esse dominata: qui sono stati rinvenuti un luogo di culto ed un edificio semicircolare la cui forma rimanda fortemente ad un teatro di tipo greco.
Ai piedi dei rilievi, invece, sono state trovate necropoli distinte, che mostrano caratteri culturali greci ma anche fortemente indigeni, come per esempio accade nel case di alcune tombe, con recinto circolare in pietre, la cui pavimentazione è tappezzata da crani umani.
L’obiettivo della ricerca è quindi stabilire le vicissitudini urbanistiche ed archeologiche del sito identificando i caratteri di convivenza, integrazione e sviluppo delle due diverse comunità, inquadrati nelle vicende storiche ed insediamentali del più vasto paesaggio degli Erei, tramite i metodi e gli strumenti aggiornati dell’archeologia dei paesaggi, dello scavo stratigrafico, del rilievo e dell’analisi archeologico-architettonica.
La nostra operazione è volta anche alla valorizzazione del sito, con la messa in atto di strumenti per la divulgazione della ricerca coinvolgendo le comunità del luogo.
Le indagini preliminari della ricerca sono state presentate al convegno internazionale Σχήματα. La città oltre la forma. Per una nuova definizione dei paesaggi urbani e delle loro funzioni:
urbanizzazione e società nel Mediterraneo pre-classico, Siracusa, 26 – 28 febbraio 2020. La ricognizione intensiva messa in atto dall’ UTIU nel settembre 2023 ha confermato il carattere ellenico dell’area indagata: accanto al sacello è stato rinvenuto un altare, perfettamente allineato, che ne conferma il carattere religioso dei luoghi, mentre la grande struttura semicircolare sita immediatamente ad est è stata indagata più a fondo mettendo in luce e documentando i muri di contenimento che la compongono ed evidenziandone il carattere di teatro antico.

Sun Temples Project: Indagini archeologiche presso il Tempio Solare di Niuserra ad Abu Ghurab (Giza, Egitto)
L’area di Abu Ghurab, sita circa 700 m a NW della necropoli di Abus Sir, ricade all’interno del vasto comprensorio delle Necropoli Menfite (da Giza fino a Dashur) ma si distingue per la presenza esclusiva di complessi templari, dedicati al culto solare.
Le fonti scritte elencano qui la presenza di 6 templi solari costruiti durante la V dinastia; due di questi sono stati messi in luce ed identificati, a poca distanza uno dall’altro, dagli scavi di L. Borchardt realizzati all’inizio del secolo scorso: il Tempio di Niusserra e quello di Userkaf.
Nuove ricerche sono state messe in atto dal 2010 in collaborazione fra vari istituti accademici, come L’Università L’Orientale di Napoli e la Charles University di Praga, e oggi sono arricchite da un Agreement triennale fra l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e l’Institute of Mediterranean and Oriental Cultures della Polish Academy of Sciences, siglato nel settembre 2022.
Le operazioni di pulizia e rianalisi così come vari saggi stratigrafici di approfondimento messi in atto presso il Tempio Solare di Niuserra, hanno messo in luce negli ultimi due anni un tempio più antico, parzialmente noto dagli scavi pregressi, che alcuni sigilli di recente rinvenimento metterebbero in connessione con il re Shepseskara (altrimenti poco noto dalle tracce archeologiche).
Le indagini attuali si svolgono sia all’interno del tempio solare di Niuserra che nei suoi dintorni, nel tentativo di ricostruzione paesaggistica e architettonica del paesaggio antico, volta alla ricomposizione delle tracce di insediamento, di uso e di frequentazione che hanno interessato l’area nel corso dei millenni, con investigazioni geognostiche non distruttive per la ricerca di evidenze strutturali sepolte dalla sabbia.
Le attività di scavo, analisi e documentazione si svolgono seguendo metodi stratigrafici rigorosi, utilizzando strumenti tradizionali ma anche avanzati (laser-scanner, fotogrammetria digitale, GNSS centimetrico, GPR, GIS e ArcheoBIM).
Risultati preliminari sono stati presentati in vari convegni internazionali e alcuni sono in contributi scientifici: cfr. M. Nuzzolo, R. Pirelli, A. Bosco, E. Brienza, P. Zanfagna, M. Osman, K. Arias, A. D’andrea, Sun temple of Niuserra in Abu Ghurab: report of the season 2018-2019, in Newsletter di Archeologia CISA 11, 2020; E. Brienza, M. Anzalone, C.S., The Abu Ghurab landscape: from total station to GIS and GPR, in M. Nuzzolo (ed.), The Sun Temple of Niuserra at Abu Ghurab, Oxford, 2022.

Indagini archeologiche presso il sito antico di Eridu (Nassiriya, Iraq)
Eridu è un centro abitato antico tramandato dalla letteratura sumera e localizzato archeologicamente circa 20 km a sud-est di Ur (nell’attuale comprensorio di Nassiryia): il sito, data la sua importanza storica, dal 2016 fa parte della Word Heritage List dell’UNESCO. L’area dell’insediamento, indagata precedentemente solo più di 70 anni fa da Fuad Safar, è vastissima ed è caratterizzata dalla presenza di vari mounds ove si concentrano tracce cospicue di frequentazioni antiche, differenziate, in ciascuna area, per cronologia e per tipologia. Sul mound centrale gravita la grande ziggurat della città, dedicata al dio Enki e costruita al di sopra di un tempio più antico, appartenente alla facies culturale Ubaid databile tra il 5000 e il 3500 a.C. A questo periodo, subito al di fuori del temenos dell’area sacra, appartiene anche una estesa necropoli le cui fasi si sovrappongono una alle altre.
In un altro mound, invece, sito nel versante nord, sono stati rinvenuti edifici amministrativi, le cui prime fasi sono di età sumera, mentre nelle altre aree sono visibili tracce di attività artigianali e residenziali.
Nuove indagini sono state intraprese dal 2019 da parte della Sapienza Università di Roma in collaborazione con l’Università di Strasburgo, per la ridefinizione topografica e urbanistica dell’abitato antico, tramite indagini di superficie e scavi stratigrafici.
Nel luglio 2022 è stata siglata una Convenzione di collaborazione Scientifica tra la Sapienza Università di Roma e l’Università Telematica Internazionale Uninettuno, avendo io già collaborato sul campo al progetto di ricerca. La convenzione prevede attività innovative di rilevamento, telerilevamento, documentazione e gestione dei dati geografici, topografici, architettonici ed archeologici con lo sviluppo di nuovi approcci metodologici, legati al rilievo e alla gestione cartografica mediante l’uso di tecnologie digitali avanzate; è prevista anche un’attività di formazione e training sui diversi aspetti teorici e strumentali inerenti alle attività oggetto della collaborazione.

S.S.D. ARCH-01/A, già L-FIL-LET/01 CIVILTÀ EGEE

Prof. Luca Girella – Professore Associato

Contatti tra l’isola Creta e l’Egeo orientale durante la media e tarda Età del Bronzo (XIX- XVI sec. a.C.).
A tal fine, il Prof. Girella è impegnato nello studio e pubblicazione dei materiali ceramici di provenienza cretese dal sito di Mikro Vouni (Samotracia). Il filone di ricerca in oggetto mira, inoltre, ad approfondire il tema della ‘minoicizzazione’ nell’Egeo del Nord, un aspetto ancora poco indagato negli studi della disciplina, i cui risultati preliminari sono stati oggetto di presentazione a convegni internazionali (Istanbul, Amsterdam, Seattle) e della curatela di un convegno tenutosi a Seattle nel 2013 in collaborazione con il Prof. P. Pavúk e alla dott.ssa E. Gorogianni presso l’editore Oxbow (Oxford 2016). Il progetto di pubblicazione dei materiali minoici dal sito di Mikro Vouni (Samotracia) è iniziato nel 2009 e continuato fino all’estate del 2011; è stato ripreso nell'estate del 2021. Il lavoro è stato svolto in collaborazione col Prof. Pavuk, incaricato dello studio delle produzioni ceramiche locali. Insieme col Dott. D. Matsas il lavoro ha visto la ricostruzione dei contesti stratigrafici del materiale proveniente da tre trincee scavate tra il 1990 e il 2005 e riferibili al Bronzo Medio. La ricerca si inserisce nel contesto più ampio di analisi delle forme di Minoicizzazione e Micenizzazione lungo le coste anatoliche, con particolare riferimento all’area nord-orientale del mare Egeo, e cuore del progetto Along the Interface. The Eastern Aegean and Western Anatolian in the Second Millennium BCE (GACR 17-19746S), Principal Investigator Prof. P. Pavuk (Charles University of Prague). Per questo progetto, la ricerca è stata parzialmente esposta in due convegni: Adaptation and Creativity along Border Zones. Concepts, Strategies, and Transformations. Online Symposium, Prague, 31 May – 3 June 2021 (con la Dott.ssa Jana Mokrisova); Western Anatolia in the Second Millennium BCE: Recent Developments and Future Prospects (WANAT), Online Symposium, 15-16 April 2021, il secondo dei quali è stato pubblicato nel 2024. È stato prodotto un contributo in corso di stampa e un intervento presso l’Università di Halle nel Novembre 2017. Sono di prossima pubblicazione due contributi in riviste di fascia A (AJA, SMEA).

Studio delle produzioni ceramiche e degli aspetti artigianali nella Creta meridionale all’inizio dell’epoca neopalaziale (XVIII-XVII sec. a.C.).
Questo filone ha come interesse specifico la pubblicazione dei contesti abitativi e ceramici del centro palaziale di Haghia Triada. Su questo tema sono in corso di stesura alcuni contributi e una monografia presso la collana Studi di Archeologia Cretese. La ricerca si è concentrata sul sito di Haghia Triada il cui obiettivo è la pubblicazione definitiva dei contesti relativi al MM III. Lo studio dei contesti del MM III ha avuto tre obiettivi principali e per la sua ultimazione è stato supportato da un finanziamento INSTAP (Institute of Aegean Prehistory): (1) la messa a punto dei contesti all’interno della sequenza del MM III (scandita in due sottofasi A e B); (2) l’individuazione della fase di costruzione della Villa di Haghia Triada; (3) lo studio dei contesti in una prospettiva più ampia ovvero in relazione al vicino centro di Festòs e nel contesto della Mesarà all’inizio dell’epoca Neopalaziale. Lo studio è stato condotto principalmente in Grecia, a Creta presso i magazzini della Missione Italiana di Scavo a Festòs e ad Atene presso la biblioteca della Scuola Archeologica Italiana di Atene nell’estate del 2021.
Contenuti della ricerca sono stati presentati presso il recente convegno cretese: 13th International Cretological Congress, Haghios Nikolaos, 5-9 October 2022.
È in fase di completamento una monografia presso la collana Monografie della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente.

The Knossian Kouloures pottery project:
Il progetto prevede lo studio e la pubblicazione dei materiali ceramici provenienti dalle kouloure del palazzo di Cnosso, in collaborazione con la dott.ssa Iro Mathioudaki. The project concerns Evans’s Stone-lined Rubbish pits’ deposits (Kouloures Deposits), pottery from which has been selectively published as ‘Group E’ in MacGillivray 1998. The material amounts to forty-four boxes from specific units of the Stratigraphical Museum at Knossos. The purpose of the study is to better define the Kouloures pottery assemblages from the Palace at Knossos chronologically, typo-stylistically and quantitatively and to properly contextualize it within the history of the palace. The focus is on the detailed documentation of the ceramics and the assessment of the Evans’s and MacGillivray’s argument that it represents material cleared from the palace, particularly to be studied in terms of how it relates to the stratified deposits already studied from the East Wing and the South-East Houses. Taking into consideration the situation with the construction of the New Stratigraphical Museum and the uncertain period pertaining to the study of large pottery assemblages at the Stratigraphical Museum, due to lack of space, I.M. and L.G. managed to look at the total amount of pottery from the Kouloures that they strew all at once, taking up all space of the Stratigraphical Museum available at that time.
Il progetto è stato finanziato tramite il Knossos Research Fund e il MAT - Mediterranean Archaeological Trust, nel 2021 e 2022.
Contenuti della ricerca sono stati presentati al Minoan Seminar tenutosi ad Atene nell’ottobre 2023 e ad un convegno a Bologna (The Archaeology of Affluence) nel maggio 2024.

Indagini archeologiche presso l’antico abitato siculo-greco di Monte Rossomanno (Enna, Sicilia)
In collaborazione con il Prof. Emanuele Brienza e dal 2022 grazie ad una convenzione triennale tra Soprintendenza per i BB.CC.AA di Enna, l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e l’Università degli studi di Enna “Kore”.
Le indagini preliminari hanno messo in evidenza un centro abitato di età classica (con tracce di frequentazione già dall’età del Bronzo) che si è progressivamente insediato su tre alture contigue e nella valle da esse dominata: qui sono stati rinvenuti un luogo di culto ed un edificio semicircolare la cui forma rimanda fortemente ad un teatro di tipo greco. Le operazioni sono anche volte alla valorizzazione del sito, con la messa in atto di strumenti per la divulgazione della ricerca coinvolgendo le comunità del luogo.
Contenuti della ricerca sono stati presentanti al 30th EAA Annual Meeting (Rome) nell’agosto 2024.

S.S.D. COMP-01/A, già L-FIL-LET/14 CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE

Prof.ssa Nora Moll – Professore Associato

L’imagologia comparatistica nel nuovo contesto transculturale e mediale
L’imagologia è un campo di ricerca della comparatistica letteraria incentrato sullo studio delle immagini culturali del così detto “altro” o “straniero”, attraverso le quali è possibile risalire alle strutture mentali individuali e collettive atte a formulare definizioni e giudizi più o meno costanti su chi è estraneo rispetto alla propria nazione, gruppo o cultura d’appartenenza di un osservatore e scrittore. Nata all’interno della scuola positivistica francese durante i primi decenni dello scorso secolo ed inizialmente legata alla “psicologia dei popoli”, sempre di stampo positivista, l’imagologia ha ricevuto dei notevoli impulsi innovatori a partire dagli anni ’60 e ’70 del XX secolo ed è stata praticata soprattutto dalla comparatistica tedesca e francese. In Italia, invece, l’interesse verso le nuove metodologie imagologiche è stato fino ad anni molto recenti piuttosto sporadico. Tuttavia, almeno a partire dalla fine degli anni ’80, in un clima di ripensamento su termini-concetto quali l’identità nazionale e culturale, e di fronte ad una situazione sociale e politica in continuo cambiamento in direzione di realtà multiculturali ed ibride, l’imagologia europea sta dimostrando di riuscire a fornire dei contributi preziosi ad uno studio letterario inteso come trait d’union tra l’universo testuale e la realtà storico-sociale, tra l’immaginario di un singolo autore e l’immaginario collettivo di una comunità. Le ricerche della prof. Nora Moll vertono sull’analisi delle metodologie imagologiche esistenti, sul confronto di questa braca comparatistica con gli Studi postcoloniali, e su proposte metodologiche in direzione di una loro applicazione al nuovo contesto mediale.

Transculturalità: teorie e scritture
Le attività che fanno capo a questa linea di ricerca sono nello specifico: approfondimento delle varie teorie relativa ai concetti di inter- e transculturalità; cernita e analisi della produzione letteraria in lingua italiana di autori non originari in Italia; comparazione tra i diversi modelli europei della “migrant literature”; analisi comparativa della produzione poetica e narrativa di autori post-coloniali e “migranti”; analisi dei linguaggi della violenza, in riferimento a tematiche quali la migrazione e il confronto/scontro identitario; analisi comparativa (imagologia e semiotica) di linguaggi narrativi (letterari) e mass-mediali. Le ricerche pluriennali condotte in questo ambito confluiscono in un’indagine circa gli aspetti transculturali caratterizzanti un corpus di testi letterari assai ampio, e collocato cronologicamente nel periodo che va dall’inizio dello scorso secolo ai giorni nostri. Si tratta di una prospettiva metodologica che parte dalla cernita della produzione teorica e letteraria nazionale e internazionale relativa alla cosiddetta letteratura della migrazione, per estendere l’analisi critica ad autori italiani contemporanei (“migranti” e non) interessati da fenomeni quali l’esilio, il “dispatrio”, la migrazione, il trans- e il plurilinguismo. Ulteriori sviluppi di questo filone di ricerca sono nell’ambito del plurilinguismo nella produzione poetica di autori/autrici europei (con un focus particolare sulla produzione poetica italiana e tedesca di autrici translingui germanofone: Barbara Pumhösel ed Eva Taylor) e dell’analisi della produzione letteraria di scrittori translingui che elaborano la memoria dell’infanzia e il trauma migratorio in testi in lingua tedesca (Marica Bodrožić e Francesco Micieli). È inoltre in corso un’indagine comparata delle più recenti scritture autobiografiche e autofinzionali legate a tematiche ed esperienze migratorie e transculturali.

La ricezione della Neuen Sachlichkeit (Nuova oggettività) tra Italia e Germania
Si tratta di una linea di ricerca aperta nel 2021, e che verte sull’analisi della produzione e della ricezione di questa innovativa corrente letteraria tedesca, che sul piano temporale va collocata nel periodo della Repubblica di Weimar. Particolare attenzione è stata dedicata a Erich Kästner e al suo romanzo Fabian. Die Geschichte eines Moralisten. Con la sua uscita, nel 1931, il panorama culturale della Germania weimariana si arricchiva di una voce aspramente critica, di un testo che denunciava a chiare lettere il decadimento politico-istituzionale e morale. Il suo autore, all’epoca già noto come poeta e scrittore per l’infanzia, dovette accettare dei pesanti tagli nella prima edizione del romanzo e ricevette delle prevedibili critiche e minacce dopo la presa di poter di Hitler nel ’33, anno in cui il libro fu messo al rogo e non poté più circolare in Germania. Tuttavia, la figura di Kästner, che passò alla storia letteraria come autore che scelse la Innere Emigration anziché l’esilio, e che non molto diversamente dal suo alter ego Fabian concepiva se stesso come intellettuale e artista politicamente inattivo anche se intellettualmente schierato da parte di un “moralismo” ben in contrasto con la “morale” palesata dalle istituzioni della sua epoca, non è priva di ombre. Anche dopo la caduta del regime nazista, e in particolare durante gli anni ’70- ’80, la ricezione della sua produzione letteraria “per adulti” è stata soggetta a condizionamenti a sua volta politici e “morali”. Le attività che fanno capo a questa ricerca sono quindi in sintesi: l’analisi delle tappe principali della ricezione di questo romanzo, ripubblicato solo nel 2013 nella sua versione originaria (a cura di Sven Hanuschek) e trasposto nel film Fabian oder der Gang vor die Hunde (reg. Dominik Graf, presentato alla Berlinale 2021), dal punto di vista della dialettica tra etica ed estetica, tra morale e “immoralità”; il dibattito circa la “malinconia di sinistra” (Walter Benjamin) che ha condizionato la ricezione di esso, anche dopo il 1945; la traduzione del Fabian da parte di Carlo Coardi nel 1933 (pubblicata per la casa editrice Bompiani) e il “paradosso” della ricezione italiana del romanzo sullo sfondo delle specificità del contesto culturale e letterario fascista; la questione della censura e della ripubblicazione (in lingua originale e in lingua italiana) dei capolavori narrativi della Neuen Sachlichkeit.

Gender Studies: la rappresentazione letteraria della violenza sessuale
La rappresentazione letteraria dell’abuso sessuale ha da sempre dovuto fare i conti con le norme e con l’immaginario di una cultura che, anche nel caso di quella europeo occidentale, non ha saputo configurarsi altrimenti che patriarcale e sessista. Attraverso il detto e il non detto, nella caratterizzazione degli stessi personaggi e nelle dinamiche delle vicende narrate confluiscono difatti una serie di istanze culturali affianco ad esigenze e strategie estetiche e narrative degli autori e delle autrici: istanze con le quali lo spazio testuale chiama apertamente in causa il pubblico, i critici e i lettori. Partendo da queste riflessioni, la linea di ricerca intende focalizzarsi sul tema più specifico della vergogna delle vittime di stupro, ovvero su una reazione emotiva scandalosamente attuale che implicitamente fa dialogare il piano letterario con quello testimoniale, l’arte con la storia e con l’attualità, evidenziando le specificità, e quindi anche delle crepe e delle controtendenze nel discorso letterario tra Otto- e Novecento. Un primo risultato di tale percorso d’indagine, condotta principalmente con le metodologie dei Gender Studies, della Narratologia e dell’Imagologia letteraria, è l’analisi comparativa di testi narrativi e drammatici dell’Otto- e Novecento tedesco e italiano come La marchesa di O… di Heinrich von Kleist, Rose Bernd di Gerhart Hauptmann, La ciociara di Alberto Moravia e La Storia di Elsa Morante, al fine di rendere evidenti le strategie narrative e prospettive usate per rappresentare (o non) le scene di stupro e la vergogna delle vittime (vedi infra). È in corso un progetto di monografia su tale tematica, dal deciso impianto interdisciplinare, che amplierà notevolmente il corpus testuale su cui condurre l’indagine, fino ad includere numerosi altri testi di narrativa europea e mondiale, e allargando criticamente lo sguardo anche sui prodotti mediali contemporanei.

S.S.D. GIUR-05/A, già IUS/09 ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO

Prof. Fabio Giuseppe Angelini – Professore Associato

Costituzione (macro)economica europea e nuovi paradigmi dell’agire amministrativo
Nell’ultimo quinquennio l’attività di ricerca del Prof. Angelini ha abbracciato sia temi di diritto costituzionale che di diritto amministrativo, con particolare riferimento alla tutela della concorrenza e della stabilità finanziaria e al sindacato giurisdizionale sugli atti delle autorità di regolazione dei mercati. Una parte significativa della sua attività di ricerca si è focalizzata sui profili teorici della costituzione economica e, in particolare, sulle relazioni esistenti tra diritto costituzionale, diritto della concorrenza e regole di bilancio nelle democrazie liberali; sui presupposti e sui limiti di natura costituzionale dell’intervento pubblico nell’economia nel contesto eurounitario; sui principi costituzionali della pubblica amministrazione e sulla funzionalità dell’organizzazione amministrativa all’attuazione del paradigma costituzionale garantista; nonché, sul sindacato giurisdizionale sugli atti delle autorità indipendenti e sulla discrezionalità tecnica e organizzativa della pubblica amministrazione. In questi ambiti, anche grazie a soggiorni di ricerca presso la George Mason University e alla partecipazione alla rete degli studiosi del costituzionalismo economico e del pensiero ordoliberale promossa dal Walter Eucken Institut di Friburgo, le principali linee di ricerca sviluppate dal Prof. Angelini hanno riguardato:

  • la funzione economica del diritto pubblico secondo la prospettiva della public choice e della constitutional political economy;
  • i processi decisionali pubblici, interessi partecipativi e dinamiche giuridico-argomentative nella relazione tra ordinamento interno e sovranazionale;
  • la relazione tra diritti fondamentali e finanza pubblica nella prospettiva della sovranità popolare. 

Le suddette linee di ricerca sono affrontate alla luce dei problemi posti dall’intervento pubblico nel contesto giuridico-istituzionale eurounitario e delle sue più recenti evoluzioni alla luce del NextGenerationEU, con particolare riferimento alle dinamiche che intercorrono tra ordine giuridico-economico e ordine giuridico-politico e alle regole dei processi decisionali pubblici; alla relazione tra diritti fondamentali ed efficienza economica; e ai procedimenti che sono alla base dell’adozione dei provvedimenti amministrativi, degli atti di regolazione dei mercati e delle scelte concernenti l’organizzazione dei servizi pubblici.

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Nell’ultimo anno, a tali linee di ricerca che rappresentano il cuore della produzione scientifica del Prof. Angelini, alla luce dei problemi posti sul piano del diritto costituzionale dallo sviluppo tecnologico e dalla digital economy e dalle sfide poste dalla collocazione pubblico-privato nel settore della cultura, se ne sono aggiunte altre tre.

L’equilibrio tra potere pubblico e potere privato nell’era delle piattaforme tecnologiche e dell’intelligenza artificiale: la funzione costituzionale del diritto dell’economia quale presidio dei processi democratici
Tale linea di ricerca, ponendosi in continuità con gli studi condotti nel campo del costituzionalismo economico e dell’ordoliberalismo, intende affrontare criticamente i problemi posti dalla quarta rivoluzione industriale e dalla data-driven economy con riferimento al funzionamento delle democrazie liberali. Sono perciò oggetto di analisi i recenti interventi normativi del legislatore eurounitario nel campo della digital economy e, in particolare, il Digital Service Act, il Digital Market Act e il recentissimo AI Act. Al di là della loro rilevanza sul piano del diritto dell’economia, tali regolamenti vengono analizzati con l’obiettivo di rimarcarne la funzione costituzionale, tesa alla definizione di un equilibrio dinamico tra potere pubblico e potere privato in grado, tanto di garantire il corretto funzionamento dei processi concorrenziali sui mercati, quanto di preservare le dinamiche democratiche.

Pubblico e privato nel settore della fruizione dei beni culturali
Alla luce dell’art. 9 della Costituzione, secondo cui spetta alla Repubblica, e dunque, non solo ai pubblici poteri, promuovere lo sviluppo della cultura e tutelare il patrimonio storico-artistico della Nazione, tale linea di ricerca intende analizzare gli strumenti di collaborazione pubblico-privato che l’ordinamento offre nel campo della fruizione dei beni culturali, il ruolo delle fondazioni bancarie nel settore della cultura e le possibili applicazioni a tale settore delle esperienze di partenariato pubblico-privato sviluppate in altri ambiti. Particolare attenzione sarà rivolta alla possibilità di investimento da parte dei privati nel settore dei beni culturali, alle nuove modalità di fruizione offerte dall’evoluzione tecnologica e, sul piano dell’organizzazione amministrativa, alla prospettiva della trasformazione delle istituzioni museali in fondazioni di diritto privato aperte alla partecipazione dei privati.

L’ordinamento giuridico delle fondazioni lirico-sinfoniche
Tale linea di ricerca, intrecciandosi con la precedente, intende fare il punto sull’evoluzione dell’ordinamento giuridico delle fondazioni lirico-sinfoniche alla luce dell’orientamento della Corte costituzionale che, con sentenza 153/2011, ha ribadito la qualificazione in senso pubblicistico degli enti lirici, ancorché privatizzati a seguito del d.lgs. 367/1996, soffermandosi in particolare sui persistenti problemi connessi alle modalità di finanziamento pubblico di tali enti.
Tali fondazioni sono state inizialmente disciplinate dalla L. 800/1967, recante "Nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali", che ha dichiarato il "rilevante interesse generale" dell'attività lirica e concertistica "in quanto intesa a favorire la formazione musicale, culturale e sociale della collettività nazionale" (art. 1) ed ha attribuito agli enti autonomi lirici e alle istituzioni concertistiche assimilate la personalità giuridica di diritto pubblico (art. 5). Sono stati così riconosciuti come enti autonomi 11 teatri lirici – il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Comunale di Firenze (ora, Fondazione Teatro del Maggio musicale fiorentino), il Teatro Comunale dell'Opera di Genova (ora, Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova), il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro dell'Opera di Roma, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Trieste, il Teatro La Fenice di Venezia e l'Arena di Verona – e 2 istituzioni concertistiche assimilate: l'Accademia nazionale di S. Cecilia di Roma e l'Istituzione dei concerti e del teatro lirico Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari (ora, Fondazione teatro lirico di Cagliari) (art. 6). Agli enti sopra indicati si è aggiunta, a seguito della L. 310/2003, la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari. Attualmente, pertanto, le fondazioni lirico-sinfoniche sono quattordici. Di queste, due sono dotate – ai sensi di quanto disposto dal D.L. 91/2013 (L. 112/2013: art. 11, comma 21-bis) e dalla disciplina attuativa emanata con D.I. 6 novembre 2014 – di forme organizzative speciali. Si tratta della Fondazione Teatro alla Scala (DM 5 gennaio 2015) e dell'Accademia di Santa Cecilia (DM 5 gennaio 2015). Con il d.lgs. 367/1996, gli enti di prioritario interesse nazionale operanti nel settore musicale sono stati trasformati in fondazioni di diritto privato, al fine di eliminare rigidità organizzative connesse alla natura pubblica dei soggetti e di rendere disponibili risorse private in aggiunta al finanziamento statale, costituito principalmente dal Fondo unico per lo spettacolo (FUS).

S.S.D. GSPS-05/A, già SPS/07 SOCIOLOGIA GENERALE

Dott. Carmelo Guarino – Ricercatore TD-B

Principali linee di ricerca
I principali temi di interesse e di ricerca si collocano nell’ambito della Sociologia della salute e del mutamento sociale. Nello specifico, i temi in questione vanno dal rapporto tra patrimonio culturale e benessere delle persone alla relazione tra le arti, ricettive o partecipative, e la qualità del capitale sociale, dal rapporto tra sviluppo sostenibile e salute sociale fino al ruolo delle istituzioni teatrali per la coesione sociale nelle comunità, dall’analisi degli effetti e delle conseguenze della pandemia da Covid-19 sulle dinamiche relazionali alla qualità dei processi socio-assistenziali, dalla gestione del rischio clinico alla comunicazione medico-paziente, dalla medicina difensiva alle politiche pubbliche per la tutela della salute, dalle decisioni di fine vita alle tecnologie emergenti NBIC, dai comportamenti sessuali a rischio fino al fenomeno delle disuguaglianze sociali nella salute. Tali temi sono stati oggetto di presentazioni e relazioni in diversi convegni nazionali e internazionali e di numerosi saggi e articoli scientifici.
Da settembre 2006 a marzo 2007 ha collaborato al piano metodologico e alla cura del progetto editoriale della ricerca nazionale dal titolo Censimento dei teatri chiusi in Italia realizzato con la Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo (ARCUS spa), coordinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e con l’Associazione “TeatriAperti” di Roma. La ricerca è stata pubblicata con il titolo Teatri negati. Censimento dei teatri chiusi in Italia. (Edizioni FrancoAngeli, Milano).
Dal 2004 al 2012 ha condotto diverse ricerche realizzate con metodologie quali-quantitative e computer-assistite sui temi del rischio in sanità e sul contenzioso medico-paziente. I risultati complessivi sono stati oggetto della monografia pubblicata nel 2013 dal titolo Nuovi rischi. Dalla società del rischio all’errore in sanità (Aracne Editrice, Roma).
Da dicembre 2015 ad agosto 2016 ha condotto la ricerca dal titolo Fine vita in neonatologia realizzata presso le Unità di terapia intensiva neonatale del territorio provinciale di Palermo, d’intesa con la Cattedra di Patologia Neonatale dell’Università degli Studi di Palermo. Il report di ricerca è stato selezionato e presentato al Convegno dell’Associazione Italiana di Sociologia – Sociologia della salute e della medicina dal titolo “Corpo, cura e salute”, tenutosi a Milano il 24 maggio 2017. La ricerca ha prodotto due articoli: il primo, Fine vita in neonatologia. Una ricerca qualitativa, pubblicato dalla rivista Sociologia del Diritto (Edizioni FrancoAngeli, Milano); il secondo, Fine vita in neonatologia. Una revisione sistematica, pubblicato dalla rivista Salute e società (Edizioni FrancoAngeli, Milano).
Da gennaio ad agosto 2015 ha condotto, con metodologia netnografica, la ricerca dal titolo Barebacking. Refluenze sociali, conseguenze sanitarie e implicazioni giuridiche di una pratica deviante. Il report della ricerca è stato selezionato e presentato al IV Congresso Nazionale della Società Italiana di Sociologia della Salute dal titolo “La costruzione della salute nel Welfare socio- sanitario. Nuovi scenari e pratiche sociologiche”, tenutosi a Pisa dall’11 al 12 giugno 2015. Il lavoro è stato oggetto della monografia pubblicata nel 2016 dal titolo Dangerous sex: barebacking. Refluenze sociali e conseguenze sanitarie di una pratica sessuale a rischio, Casa editrice Ledizioni, LediPublishing, di Milano.
Dal 10 settembre 2019 al 1° settembre 2021 in qualità di collaboratore del Comune di Palermo per l’elaborazione di strategie e politiche volte alla promozione della salute con particolare riferimento al mutamento degli stili di vita e alla prevenzione dei comportamenti sessuali a rischio nei giovani, ha realizzato una ricerca con la metodologia delle Systematic review secondo Cochrane dal titolo Comportamenti sessuali a rischio nei post millennials. Una systematic review.
Da giugno ad agosto 2020 con metodologia quantitativa ha realizzato una ricerca sulle refluenze sociali della pandemia da Covid-19 sulle persone. La ricerca ha prodotto due articoli: il primo, Fear and anger in the time of Covid-19, pubblicato dalla rivista International Journal of Humanities and Social Science, Vol. 10, n. 8; il secondo, Emotions and need for trust in times of the Covid-19 Pandemic, pubblicato dalla rivista American International Journal of Social Science, Vol. 10, n. 1. Inoltre, è stata pubblicata una monografia dal titolo Il virus, la rabbia, la paura. Effetti di un lockdown delle emozioni (Casa editrice Ledizioni, Milano).
Da luglio a novembre 2022 in collaborazione con l’Associazione Nazionale delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche (ANFOLS) ha realizzato con metodologia quantitativa la ricerca nazionale dal titolo Fondazioni Lirico-sinfoniche, pandemia da Covid-19 e responsabilità sociale. Una ricerca empirica. Il lavoro di ricerca è stato oggetto della monografia pubblicata nel 2023 dal titolo Dopo il silenzio. Racconti di teatri d’opera che sfidano la pandemia (Casa editrice Ledizioni, LediPublishing, di Milano) e di un saggio pubblicato nel 2024 sulla rivista scientifica International Journal of Humanities and Social Science, Vol. 14, n. 1, dal titolo “Cultural heritage and public health”.
Da giugno ad agosto 2023 ha realizzato con metodologia quantitativa la ricerca nazionale dal titolo Dieta mediterranea. Da patrimonio culturale a condizione di sostenibilità e di benessere sociale. Il report completo della ricerca è stato pubblicato nel febbraio 2024 nella monografia dal titolo La Dieta mediterranea. un patrimonio dell’umanità per uno stile di vita sostenibile (Casa editrice Ledizioni, LediPublishing, di Milano). I risultati sono stati anche presentati in occasione della 10 th International Scientific Conference, Knowledge based sustainable development (ERAZ 2024, 6 giugno ISCTE - University Institute of Lisbon, Portugal) con una relazione dal titolo “Sustainability, Mediterranean diet and social representations. A cross-sectional study”.
Nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’Intesa AGIS-UNINETTUNO (siglato il 20.05.2024, UNIVTELEMATICA - prot. n. 0005479 del 21-05-2024 - E), è stata avviato un percorso di indagine relativo alle attese e alla soddisfazione dei fruitori dello spettacolo dal vivo, con specifico riferimento ai teatri d’opera. In particolare, l’attività è stata avviata nel 2024 in occasione dell’evento “Una notte in teatro” organizzato dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma nella notte dell’11 maggio, e avrà una sua prima conclusione nel maggio 2025. Il fine è quello di indagare l’universo delle emozioni, delle impressioni e del gradimento che l’evento ha generato nei bambini che vi hanno partecipato. La strategia di ricerca adottata è quella dello studio di caso multiplo che, nello specifico, esplora gli effetti determinati da specifici interventi e politiche educative (attività e laboratori) in un contesto reale (il Teatro dell’Opera di Roma) in una situazione peculiare (l’evento “Una notte in teatro”). In questo senso, gli obiettivi dell’indagine si collocano su due piani diversi, ma complementari, accomunati dallo scopo di valutare gli effetti prodotti dagli apprendimenti e dalle conoscenze generate dall’iniziativa: a livello educativo e divulgativo e a livello relazionale e intellettuale. A livello educativo e divulgativo, l’indagine esplora i livelli di soddisfazione e gradimento di tutte quelle attività il cui scopo è introdurre e sensibilizzare un potenziale pubblico futuro, i bambini, al mondo del teatro d’opera che, con le sue idee, i suoi saperi, le sue storie, pervase da un’aura di magia, fantasia e immaginazione, costituisce un bene comune riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio intangibile dell’umanità (La pratica del canto lirico). A livello relazionale e intellettuale, l’indagine si propone di promuovere le capacità relazionali dei bambini facendo riscoprire loro la bellezza dello stare insieme, del dialogo, della collaborazione entro una comunità reale rappresentata, nello specifico, da quella del teatro, da sempre luogo di discussione e dibattito collettivo, crescita e confronto politico, progresso civile e riflessione intellettuale (rafforzamento o creazione di capitale sociale). A tale scopo saranno esplorate alcune dimensioni specifiche, ossia la dimensione sociale, la dimensione educativa e la dimensione culturale.
Da agosto 2024 sta conducendo un’indagine nazionale nelle forme di un cross-sectional study, con metodologia standard, dal titolo Le ragioni della rabbia. caratteristiche, dinamiche e conseguenze di un fenomeno sociale.

S.S.D. ARCH-01/F, già L-ANT/09 TOPOGRAFIA ANTICA

Dott. Riccardo Montalbano – Ricercatore TD-A

Topografia e storia urbana di Roma
Questo ambito di ricerca comprende ricerche finalizzate all’analisi topografica della città di Roma, basate sull’integrazione di dossier documentari complessi, costituiti da fonti archeologiche, epigrafiche, cartografiche e storico-letterarie, con l’obiettivo di ricostruire le dinamiche di sviluppo della città antica. Esemplificativo di questo approccio metodologico è la monografia La via Lata meridionale. Contributo alla Carta Archeologica di Roma (2016), che offre un’analisi di dettaglio di un intero settore della città antica, mettendo in evidenza le trasformazioni urbanistiche e le dinamiche di occupazione dell’area dall’età repubblicana a quella tardo-antica. Il lavoro, basato su una raccolta capillare e critica dei dati archeologici, archivistici, storici e topografici, comprende una carta archeologica su cui sono localizzati tutti i ritrovamenti effettuati dal Seicento al 2015. Con analogo approccio è stato condotto lo studio del settore urbano antico venuto alla luce in occasione di scavi recenti effettuati sotto il palazzo de La Rinascente (Gli scavi de La Rinascente:
l’inquadramento topografico”), mentre ricognizioni archivistiche sono stata alla base dei contributi dedicati al Templum Pacis (Templum Pacis: i documenti d’archivio degli scavi del XIX secolo) e agli edifici parte del quartiere antico rinvenuto presso piazza della Pilotta (La cosiddetta domus Caeliorum in piazza della Pilotta. Testimonianze d’archivio inedite sui ritrovamenti, 2014). Sempre nell’ambito della topografia urbana si collocano le ricerche focalizzate sulla rete stradale di Roma antica, che si sviluppano secondo un approccio multidisciplinare che integra aspetti costruttivi (Le strade urbane di Roma arcaica e repubblicana: considerazioni sulle tecniche costruttive, 2022), urbanistici (Strade e percorsi di età antica, 2022; Ricostruire il sistema stradale di Roma antica. Note sulla viabilità del Campo Marzio in età repubblicana, 2020; Strade e viabilità a Roma in età medio repubblicana, 2020), giuridico-amministrativi (L’ambitus nella storia urbanistica di Roma antica) e culturali (Bemerkungen zu den Straßenbezeichnungen im antiken Rom, 2018). Una monografia dedicata al tema della viabilità urbana è attualmente in preparazione.

Sistemi Informativi Geografici (GIS) per l’Archeologia e i Beni Culturali
La progettazione e l’utilizzo dei Sistemi Informativi Geografici (GIS) per l’archeologia e i beni culturali costituiscono una seconda linea di ricerca. L’approccio si basa sull’applicazione di strumenti GIS per la raccolta, l’analisi e la visualizzazione di dati geospaziali, applicando metodologie tipiche della topografia antica e dell’archeologia dei paesaggi. La ricerca comprende sia l’attività accademica sia quella professionale, con applicazioni pratiche a progetti di tutela del patrimonio culturale in contesti nazionali (Soprintendenza di Roma, Parco di Ostia Antica, Parco Archeologico di Ercolano, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e internazionali (Arabia Saudita, Turchia).
In questo contesto si collocano anche le esperienze di progettazione e implementazione del webGIS SITAR (Sistema Informativo Territoriale Archeologico di Roma; cfr. SITAR project. New approaches and methods for an open data archaeology of Rome, 2023; SITAR: a new open-data infrastructure for a public archaeology of Rome, 2021) e di quello del progetto MAGOH (Managing Archaeological data for a sustainable GOvernance of the Heritage), promosso dall’Università di Pisa (Nuovi orizzonti per la tutela dei beni archeologici: il progetto MAGOH, 2023). Entrambi i progetti mirano alla creazione di strumenti per la creazione, gestione e pubblicazione - attraverso servizi cartografici - di open data archeologici.

Tecnologie Digitali per il Patrimonio Culturale
Questa linea di ricerca è focalizzata sulla documentazione digitale del patrimonio culturale, sfruttando tecnologie avanzate come scansioni 3D, fotogrammetria e rilievi digitali. L’obiettivo principale è la creazione di modelli tridimensionali e rappresentazioni interattive, finalizzati alla conservazione, analisi e divulgazione dei dati relativi ai beni culturali. Tali metodologie favoriscono una gestione sostenibile del patrimonio e ne promuovono la valorizzazione.
La ricerca si estende alla progettazione di sistemi informativi dedicati alla gestione dei dati culturali, con un’attenzione particolare al supporto allo sviluppo di applicazioni web-based e all’implementazione di soluzioni open data, allo scopo di rendere il patrimonio più accessibile a un pubblico sia specialistico che non specialistico. Inoltre, l’attività di ricerca include la promozione di politiche open-data nel settore archeologico, lavorando alla definizione di metodologie per assicurare la libera accessibilità, interoperabilità e condivisione dei dati.