Harout Marderossian è il primo rifugiato siriano iscritto alla facoltà di ingegneria dell'Uninettuno e il 30 novembre ha conseguito la sua laurea. È anche grazie a una sua richiesta che otto anni fa è nata l'Università per Rifugiati dello stesso ateneo. "Studiavo ad Aleppo e sul portale di Uninettuno ho trovato le videolezioni di alcuni miei professori in Siria che oggi non so più in quale parte del mondo si trovano", ha spiegato il giovane che ora vive in Libano con lo status di rifugiato politico.
L'Università per Rifugiati consente "l'accesso gratuito al portale" - dove sono iscritti in 783 - e l'iscrizione ai corsi di laurea, master oltre che qualificazione e riqualificazione professionale dell'Uninettuno, università telematica internazionale. Sempre tutto gratuitamente per i rifugiati. Gli studenti sono per il 93% uomini e provengono da 28 Paesi diversi. "L'ateneo non poteva chiudere le sue porte", ha sottolineato la rettrice Maria Amata Garito nel corso dell'evento "Costruire ponti, creare opportunità". Facendo un bilancio di questi otto anni di Università per Rifugiati, la professoressa ha poi evidenziato come sia "inconcepibile che molti atenei prima di aprire le loro porte vadano a vedere se ci sono fondi per potere inserire queste persone". Per Garito la cosa più "bella" fatta da Uninettuno è stata "rispettare le differenze che sono ricchezze". Ed è questo, aggiunge, "che ci aiuterà a costruire un futuro migliore insieme". Il progetto è stato reso possibile "grazie ai corsi a distanza che hanno visto il coinvolgimento dei docenti proveniente dalle Università di diversi Paesi. Ognuno di loro ha realizzato le videolezioni nella propria lingua". "Dell'inclusione non bisogna soltanto parlare, è necessario cominciare ad agire - evidenzia Garito - La prima cosa che si può fare è formare le persone, dare loro competenze e strumenti perché continuino i loro sogni".
Sono diversi i riconoscimenti ottenuti dall'Università per Rifugiati. Tra questi, Unesco nel 2017 ha inserito Uninettuno tra le Università attive per il raggiungimento del 17 obiettivi dell'agenda 2030, e nel 2019 l'università telematica è stata invitata a New York, nella sede delle Nazioni Unite, a far parte di una rete di atenei provenienti da tutto il mondo "per condividere idee e best practice tese a realizzare i Sustainable Development Goals (Sdg)", gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
E numerose sono anche le attività di Uninettuno nate "per supportare i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo" presentate nel corso dell'evento che si è tenuto a Roma. Durante l'incontro sono stati illustrati anche i risultati del progetto Views destinato alla formazione "degli educatori e degli operatori che si occupano di migranti", a cui ha contribuito l'università telematica sotto diversi aspetti, e si sono alternate varie testimonianze di operatori che lavorano con migranti e rifugiati.