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Beniamino Caravita di Toritto e Valerio Onida discutono sul "Referendum costituzionale - Le ragioni del SÌ e del NO". UNINETTUNO inaugura l'' e-Democratic Conference

10/11/2016

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Beniamino Caravita di Toritto e Valerio Onida discutono sul Referendum costituzionale - Le ragioni del SÌ e del NO

L’Università Telematica Internazionale Uninettuno inaugura un nuovo modello di  conferenze, e-Democratic Conference, che mette insieme confronto reale e virtuale

 

Roma – Due esperti - Beniamino Caravita di Toritto e Valerio Onida - il moderatore, un pubblico reale (più di cento partecipanti) e un pubblico virtuale (oltre 500 connessi sulla piattaforma Uninettuno per seguire l’evento in live streaming) e tantissime domande che arrivano dal pubblico in sala e dagli studenti che seguono la diretta e intervengono con i loro tweet.  

Sono questi i numeri dell’evento, presieduto dal rettore dell’università Uninettuno Maria Amata Garito, che si è svolto a Roma, al Centro Multimediale Uninettuno (Piazza Grazioli, 17), dedicato al tema “Referendum costituzionale – Le ragioni del Sì e del No”, con cui l’Ateneo dà il via a un ciclo di conferenze basate su un format che permette una reale partecipazione democratica ai dibattiti, utilizzando la più grande piazza che l’umanità abbia mai conosciuto: la piazza virtuale di Internet.

Beniamino Caravita di Toritto, docente di Istituzioni di diritto pubblico alla “Sapienza” e Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, moderati da Federica Fabrizzi, docente Uninettuno di Istituzioni di diritto pubblico, hanno spiegato punto per punto il quesito referendario e perché è importante votare Sì (nel caso di Caravita) e NO (nel caso di Onida) al referendum del prossimo 4 dicembre.

È il rettore Garito a dare voce alle tante domande degli studenti tra cui: “Quanto dobbiamo aspettare per avere una nuova riforma costituzionale? Vorrei che sia Onida sia Caravita rispondessero. A questa domanda poi vorrei aggiungere un ricordo – continua Garito - ossia ciò che mi disse l’allora senatore Roberto Ruffilli, nonché responsabile per le riforme istituzionali della DC, il giorno che si insediò il governo De Mita: ‘Le riforme costituzionali non le vedremo né io, né tu, né i figli, né i figli dei figli’. La domanda che vi hanno posto gli studenti, ve la pongo anche io perché abbiamo tutti bisogno di segnali di cambiamento anche nel nostro Paese”.

Risponde per primo Valerio Onida: “Ha fallito la commissione bicamerale, ha fallito Berlusconi nel 2005, fallisce per ipotesi anche questo governo e non avremo più la ‘grande riforma’. Io sono contento se non c’è più la ‘grande riforma’. Proponete le leggi costituzionali che revisionano punti specifici su cui si può raggiungere un accordo e io credo che questo non richieda tempi biblici, perché ciò eviterebbe la spaccatura del Paese tra riformisti e cosiddetti conservatori”. Di idea opposta Beniamino Caravita che afferma: “Questo modello di bilanciamento non lo puoi avere se approvi pezzo per pezzo. Se da 40 anni tutto il dibattito politico va nella direzione della riforma tenuta insieme ci sarà una ragione. Forse sì, la ragione è che qui si tocca il cuore della distribuzione del potere. O si riesce a mettere tutto quanto in un pacchetto o sennò è evidente che se il NO passa, il Senato rimane così per i prossimi 50 anni”.

 La “piazza virtuale” del confronto resterà aperta sino al 3 dicembre, vigilia del referendum: sul portale Uninettuno sarà, infatti, possibile continuare a inviare domande ai relatori e a esprimere le proprie opinioni sull’argomento.